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L’ultima opera dell’artista Gaetano Pesce in Piazza Municipio a Napoli. Tra libertà d’espressione e odierne criticità 

Fa ancora discutere per la sua forma fallica, l’opera di Gaetano PesceTu si ‘na cosa grande“, nonostante il 16 dicembre del 2024 è stata rimossa per lasciare spazio alla successiva istallazione.

Sorta, all’ombra delle indiscrezioni, la sera del 9 ottobre 2024, nei pressi del Maschio Angioino in una delle piazze più importanti di Napoli, l’installazione dell’artista scomparso lo scorso aprile a New York, era in progetto già da diversi anni ed è stata concepita come tributo alla città, ed omaggio alle sue origini campane, ad esse ricongiuntosi con quest’ultimo gesto. 

1. Struttura dell’opera con tiranti e fiori.

L’opera, come si evince dalla carriera del noto designer, non è frutto dell’intellettualismo, ma di un approccio ludico da cui traspare l’inconsueta creatività di Gaetano Pesce, che si reputava uno scopritore di nuovi significati. 

Nel suo linguaggio ha espresso la volontà di voler sovvertire gli equilibri: mostrando ciò che normalmente si nasconde, opponendosi ad una percezione esclusivamente visiva, ricercando un ideale di bellezza formale oltre gli standard convenzionali. Il dittico comprendente: una struttura di dodici metri, che rappresenta le vesti sintetizzate e variopinte di Pulcinella, e due cuori trafitti da una freccia dell’altezza di cinque metri.

È stato inaugurato sulle note del Bolero composto da Maurice Ravel, una musica eseguita da un’orchestra tutta al femminile, accompagnata da ballerine che hanno danzato portando un’enorme catena, come era stato specificatamente richiesto dal maestro. 

2. Performance inaugurale “Tu si ‘na cosa grande”.

Questa infusione di potente energia femminile è un rimando all’idea di Pesce che ne esalta la flessibilità e l’apertura al diverso, dando accesso a quell’incoerenza, a quella repressa non rigidità del pensiero che mette in discussione la razionalità tipicamente maschile, spaziando verso nuovi modi di vedere. 

3. Gaetano Pesce, “Tu si ‘na cosa grande”, schizzo del progetto.

Il carattere erotico dell’opera è stato fortemente messo in discussione, perché allontanandosi dalla tradizionale rappresentazione del personaggio simbolo di Napoli e, caricandolo di calore e sensualità, l’artista ha da subito suscitato forti reazioni.

Vincenzo Trione, critico d’arte delegato del sindaco Manfredi all’arte contemporanea e la curatrice dell’opera Silvana Annicchiarico hanno lasciato sottintendere, nelle cronache che hanno seguito l’inaugurazione, un certo divertimento nell’osservare l’opinione pubblica scatenarsi sull’opera: dai  commenti più arguti a quelli più sdegnati.

A scanso di equivoci è stato ribadito che: parte del senso dell’opera è legato alla discussione che ne deriva, che non intende provocare, ma portare lo spettatore ad interrogarsi su una visione più ampia e sensibilmente evocativa di Pulcinella. 

4. “Tu si ‘na cosa grande” di Gaetano Pesce vista dal basso.

Nel racconto di un soggetto non visibile ed, al contempo totalizzante, si scandisce il dialogo tra Gaetano Pesce e Napoli, che con questa installazione ha espresso un’ultima volontà ed oggi ci dà modo di riflettere su come i media influiscono sul nostro modo di percepire l’arte.

Il fatto che l’opera di un artista si tramuti in un fenomeno virale sminuisce il significato intrinseco della stessa, portandola a confondersi tra la miriade di contenuti online? Di fatto, a seguito della prima ondata di clamore legata all’inaugurazione, è come se la notizia fosse andata scemando – forse – e, assieme ad essa, quella sensazione di stupore di già lontana, frutto di un’immagine ormai consumata.

Neppure l’accusa di plagio da parte dello stilista Gianni Molaro, il quale sostiene che l’opera sia una rivisitazione di un suo design concepito negli anni Novanta (con conseguente richiesta di rimozione dell’installazione), sembra averne scalfito la percezione. Forse perché, dopo aver fagocitato l’attenzione del pubblico, anche l’arte anziché invitare ad una visione fluida della realtà trasforma se stessa: riducendosi ad una banale attrazione. Dunque, è possibile scivolare in un imperturbabile apatia dei sensi che si colora di fantasia, per poi tornare al suo grigiore una volta svanita la sbornia mediatica? se così fosse bisognerebbe serbare estrema cautela nell’esibizione di un contenuto artistico perché sia riconosciuto come tale. 

Basti immaginare come sarebbe stato differente l’impatto del dittico se fosse stato esposto al chiuso, in un’atmosfera immersa nelle luci e nei colori dell’opera, che con i suoi dodici metri di altezza, avrebbe colpito lo sguardo degli spettatori in maniera completamente diversa e, con il rispetto che si osserva per ciò che é sacro avrebbero potuto soffermarsi: non tanto sull’esigenza di produrre contenuti da postare sui social o sull’immagine in sé, ma sulle sensazioni scaturite da essa. 

Detto ciò è chiaro che la scelta, che è stata fatta per Napoli, sia popolare come lo è la natura della città, e ci si augura che del Pulcinella di Gaetano Pesce non resti solo il ricordo di una polemica, ma quello di un artista che ci ha lasciati compiendo un atto d’amore. 

Riferimenti Bibliografici

MARTINO C., Gaetano Pesce. Materia e differenza, Marsilio Editori, Venezia 2007.

Riferimenti Iconografici

ARTE MAGAZINE, alla voce “Tu si ‘na cosa grande” di Gaetano Pesce, dopo le polemiche le dichiarazioni sulla fedeltà al progetto, Fig. 3.

DOMUS, alla voce L’ultima opera di Gaetano Pesce è in piazza a Napoli, fig. 4.

GIULIA MIRABELLA., Fig. 1. 

GIULIA MIRABELLA., Fig. 2.

Lucia Valenti

Lucia Valenti è un’artista dal gusto eclettico, che combina una formazione umanistica alla sua sensibilità estetica. Ha iniziato la sua carriera nel mondo del tatuaggio, affinando le abilità tecniche che l'hanno portata a desiderare di espandere i suoi orizzonti creativi. Attualmente frequenta Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Sanremo. Ha partecipato a diverse mostre e concorsi. Oggi è impegnata in progetti per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale. Scrive articoli per siti e riviste di arte e beni culturali.

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